venerdì 26 ottobre 2007

Piano Terreno - Io, Nando

Buongiorno e benvenuti,
questo è il mio condominio ... cioè, non è proprio mio, ma è un po' come se lo fosse, l'amministratore è un qualche baluba che non si vede mai, neanche alle riunioni.
Entrate pure.
Attenti lì che ho appena passato lo straccio!!
No, no, lì c'è la cera.
Ecco, passate di qui, qui dove stanno facendo i lavori per chiudere l'infiltrazione. Ecco.
Qui al piano terreno ci sto io, con i miei gatti, il cucinino e la televisione. Io sto lì alla resepzion, smisto la posta, caccio i vu-cumprà e pulisco. Non smetto mai di pulire, le scale sembrano infinite.
Vivo qui da ormai 50 anni. Non ho sempre fatto il portinaio, prima facevo il figlio del portinaio, ed era molto meglio.
Essere il figlio del portinaio è una sorta di privilegio e tortura, si viene considerati il capro espiatorio perfetto, ma si è indispensabili per coprire i misfatti. Se poi si ha la fortuna di essere, modestamente, belli come il sottoscritto, allora si ha tutta la strada spianata. Mi ricordo la signora Terzi, sposata, con figli, ma lo sgabuzzino dei detersivi potrà raccontarvi certe cose che nemmeno nei filmetti del cinema "Emotions" qui all'angolo si son mai viste (non che io vada a vedere quegli spettacoli, eh). E poi Michela, la figlia dei Sandi, il mio amore di sempre, di quelle che sembrano disegnate ed irraggiungibili, che sembra vivano in un altro mondo, che nulla possa sfiorarle e che ogni minimo eccesso le faccia arrossire; adesso mi pare sia in una comunità di recupero per tossicodipendenti.
Ma la parte migliore dell'essere portinai è che si ha un sacco di tempo per se stessi, si impara a vivere in una catarsi di solitudine, un distacco dagli inquilini che raggiunge l'ascesi. Si vive per il bene comune, ma non si sta a eviscerare ogni minima particolarità di ogni inquilino, come fanno i Pratolini del terzo piano, chiacchieroni, pettegoli e anche un po' tirchi.
Mi piace pensare che questo sia un piccolo mondo, il mondo di noi che diamo sollievo al cielo quando prude (modestamente sono poeta).

Ps. ah, una piccola precisazione, mio figlio è un crackers, non i biscotti salati, uno di quelli che smanetta tutto il giorno coi computer, mi ha insegnato a scrivere qui, ma soprattutto mi ha installato in ogni piano microfoni e telecamere, e, vi giuro che "l'arte può imitare la vita, ma la vita imita la TV".

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